Buon giorno ormai mi sembra di conoscere tutti i ragazzi e i parenti del sito, io sono Roberta la sorella di Alessandro Gobbetti opuscolo 7, mai avrei pensato di mettere mio fratello e la sua storia in internet e leggerla e rileggerla giorno dopo giorno. Leggendo tutto del Vs caro Angelo, rivivo istante per istante la mia tragedia, anche mio fratello credo sia mancato per un’emoraggia interna all’arteria femorale, dico credo perché non abbiamo mai avuto in mano l’autopsia ( che brutta parola ), nn vi sto a raccontare tutta la storia perché è del tutto simile alla vostra
..vivo e rivivo giorno e notte con incubi reali tutta la prassi terribile del dopo incidente: il riconoscimento all’obitorio ( ma si divertono??????siamo lì a disperarci e lori ci chiedono se è ns figlio o ns fratello???!!! Nn so cosa avremmo dato per dire che nn era lui ad essere lì nudo, solo in quella cella frigorifera
) il giorno dell’autopsia, il giorno del funerale
e tutto il resto. Io mi sono incolpata per un anno ( e ancora tuttora ) per non essere stata presente sul luogo dell’incidente, e per tutto il tempo in ospedale, mio fratello ha fatto l’incidente vs le 11.00 di un freddo venerdì e ci ha lasciati all’incirca alle 16.15 in uno degli ospedali considerati il migliore d’Italia: il San Raffaele di Milano, nessuno dico nessuno fino alle 15.30 ci ha avvertiti di quello che era successo, ed io erano quasi due ore che lo cercavo chiamando carabinieri, polizia, i numeri degli ospedali vicini. Il mio/ns dolore si è aggravato 350 giorni esatti dopo la partenzadi mio fratello poiché anche mia mamma ci ha lasciato a me e a mio papà dopo un malore improvviso e dopo 42 giorni di rianimazione, tutto quello che non abbiamo potuto fare per mio fratello ( come tenergli la mano dicendo che tutto andava bene e stringerla forte fin quando si fosse addormentato per l’ultima volta ) l’abbiamo fatto per la mamma che se ne andata sempre in un freddo venerdì
..la vita purtroppo continua, ma ogni giorno ho la consapevolezza che niente mai mi farà stare meglio e che ogni giorno, ogni istante è concentrato per loro, dal primo istante che mi sveglio, alla giornata che passa lentamente fino al momento durante l’ora di pausa pranzo che passo al cimi con mio papà, fino alla terribile ora di andare a letto dove speri di poterli vedere, sognare ed dove purtroppo invece rivivi tutto come una cruda realtà, e il giorno dopo ti svegli e pensi: mamma mia che incubo ho fatto stanotte
e poi ti rendi conto che è la pura dura realtà. Io e mio papà nn abbiamo neanche avuto la forza di ritirare l’esame autoptico di mio fratello, nn abbiamo intentato nessuna causa poiché mio fratello l’incidente se l’è procurato da solo crediamo a causa della strada gelata, non abbiamo neanche chiesto di aprire un’inchesta per quello che era successo in ospedale ( mio fratello quando io e mio papà siamo arrivati alle 15.30 era sveglio, collaborava e parlava con i medici, 3 minuti prima che il cuore di mio fratello decidesse di fare il suo lavoro il dottore mi aveva fatto spogliare per entrare a vederlo e 3 minuti dopo tutto era irrimediabilmente finito
.), e quando sento alla tele che i parenti di qualche vittima ha la forza di andare contro le istituzioni ospedaliere mi fa male perché noi nel nostro dolore non ne abbiamo la capacità. Ora vi abbraccio forte e scusate se mi sono lasciata a questo lungo sfogo, ma le uniche persone che possono capire il mio dolore siete voi mamme, papà fratelli e sorelle che avete provato la mia stessa tragedia. Con affetto Roberta |